La storia di Scopello è caratterizzata dalla presenza dei popoli in Sicilia. Il Marfaggio, dove si riponevano le imbarcazioni, è il nucleo della Tonnara costruito intorno al XIII secolo. Al di sopra del borgo marinaro fu costruita la torre di guardia, che si adatta alla roccia che presiede, ed è una delle tantissime torri di avvistamento che troverete osservando le coste Siciliane.
Tra il XV secolo e il XVI, dopo l’acquisizione da parte di una famiglia nobile di Trapani, la Tonnara ha subito notevoli trasformazioni. Disposero i lavori per la costruzione di ulteriori spazi che insieme all’antico nucleo costituiscono il nostro baglio. Successivamente l’intero complesso fu lasciato ai Gesuiti. Furono apportati miglioramenti agli edifici già esistenti, come ad esempio: la chiesetta, i magazzini per il ricovero delle barche ed il corpo di fabbrica destinato all’alloggio dei pescatori.
Nel 1874 i Florio con altre famiglie si aggiudicarono, ad un’asta pubblica, la proprietà della Tonnara. I Florio hanno incrementato la produttività della pesca, grazie alla loro guida e all’uso di migliori strumenti di lavoro. La “Palazzina Florio”, appunto, fu voluta dalla famiglia per poter ricavare i nuovi locali destinati all’amministrazione.
La vera costante nella storia di questo magico luogo fuori dal tempo è la pesca del tonno, una pratica molto antica, quasi primitiva, utilizzata forse anche dai fenici. La Sicilia è una chiara testimonianza del fertile passaggio dei tonni durante il loro ciclo migratorio nel Mediterraneo. A noi oggi restano numerose splendide tonnare lungo tutto la costa che ci ricordano l’antica e gloriosa pratica dei pescatori siciliani.
La Tonnara di Scopello è incorniciata in un contesto naturale rigoglioso e di estrema bellezza unico nel suo genere, a due passi dalla Riserva dello Zingaro. Vi aspettiamo per raccontarvi la storia del luogo e dei tonnaroti, circondati dalla macchia mediterranea e dall’acqua cristallina.
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” Ih! la sagghia!
ah! leva, leva, veni!
arrispunni la vuci:
uhè! uhè! uhè! uhè! sagghiala sagghiala
lu capitanu è bonu,
e la patruna ‘mmire!
a biviri n’havi a dari chi beddi giuvinotti!
uhè! uhè!… uhè! uhè! facemu forza para!
a tia dicu Pippinu!
uhè! uhè!… uhè! uhè! “
I canti dei tonnaroti
I tonni non erano cacciati soltanto dai tonnaroti, ma anche dai predatori più temuti dei mari.
I pescatori monitoravano sempre l’area della Tonnara per assicurarsi che gli squali non li precedessero nella cattura dei tonni.